Tutto pronto per SANA 2022: focus sui consumi e nuove tecnologie produttive

Nel quartiere fieristico bolognese sono attesi 700 espositori, 150 buyer provenienti da tutto il mondo e circa 200 giornalisti internazionali dai Paesi europei.

“In questo senso – ha detto Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione al Comune di Bologna – quella di quest’anno sarà l’edizione più internazionale che abbiamo registrato. Nonostante i rallentamenti delle edizioni passate, causati dall’emergenza pandemica, SANA ritorna con un’edizione di rilancio data dalla consapevolezza che, oggi, parlare di biologico e di naturale è una scelta più avanguardista che mai. Significa guardare con proattività al conto che ci sta presentando il Pianeta dopo decenni di sfruttamento indiscriminato delle sue risorse. Non solo in agricoltura, ma in tutto il mondo dell’industria. La produzione ‘green’ del nostro agroalimentare è al centro della nostra attività ed il SANA, in questo senso, si è dimostrata la sede più autorevole per i confronti tra gli operatori su questo tema, che urgono, e che vi si svolgeranno in questi giorni”.

Accanto ai partner storici, FederBio e Assobio, la platea dei sostenitori della fiera, quest’anno si allarga e vede anche una cordata di professionisti, coordinata, fra l’altro da Avenue media, che per la seconda edizione, si focalizza sui nuovi modi di produrre bio e sostenibile, nella rassegna Sanatech che occuperà il padiglione 30 e sarà dedicata alla filiera produttiva.

“L’agricoltore di domani dovrà necessariamente integrare in azienda nuove tecnologie e nuove figure specializzate per riuscire a produrre in maniera sana nonostante le sfide aspre del cambio climatico”, ha spiegato Claudio Vercellone, CEO di Avenue media che cura il progetto di Sanatech organizzato in collaborazione con BolognaFiere e FederBio. “Intelligenza artificiale, digitalizzazione, robotica, automazione e figure altamente specializzate – continua -, saranno elementi imprescindibili nelle aziende agricole di domani. Questo non significa spingere i produttori verso massicci investimenti anche perché molte delle tecnologie sviluppate, un settore in cui l’Italia, peraltro, è leader, sono ormai alla portata di tutti. Transizione ecologica significa che si può procedere per piccoli passi ma che si deve andare avanti su questa strada”.

Tantissimi i convegni, i workshop e gli eventi che arricchiscono il ricco programma del Salone. “Il SANA – ha detto Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – sarà un’occasione strategica anche per permettere ai player di incontrarsi e discutere, ad esempio, del Piano Strategico Nazionale, delle risorse disponibili per il settore nel PNRR e del piano d’azione europeo per il Bio. È fondamentale usare questa fase per fare crescere i consumi e quindi la domanda di biosoprattutto interna. Fino ad ora, l’Italia è stata leader per l’export  e per la produzione. Tra i temi di attualità, adesso, c’è anche quello di fare crescere la domanda interna anche perché l’andamento delle ultime settimane sta creando preoccupazione. Da qui deriva la lettera congiunta che FederBio a siglato insieme ad AIAB e inviato, nei giorni scorsi, a tutte le Regioni (vedi news), dato che buona parte di esse non stanno rispettando gli impegni di budget per il biologico previsto dall’accordo di governo. L’attuale crisi deve essere una spinta all’accelerazione e non uno stop al processo di transizione ecologica”.

Al SANA si terrà anche la prima giornata di ‘Rivoluzione bio’, gli Stati generali del settore, evento promosso da BolognaFiere nell’ambito del progetto BEING ORGANIC IN EU, una campagna di comunicazione da 9 milioni di euro, realizzata da FederBio in collaborazione con Naturland DE e cofinanziato dall’Unione Europea, con l’obiettivo di promozione e spingere l’internazionalizzazione di questo settore di eccellenza Made in Italy.

In quest’occasione, nel quadro della fiera, sarà siglato un protocollo sull’Osservatorio del Bio, che integrerà i dati di ISMEA, Nomisma, SANA e FederBio.

“L’inflazione nel settore bio – ha spiegato Roberto Zanoni, presidente di Assobio – è inferiore rispetto al settore agroalimentare convenzionale. Contemporaneamente si registrano dati di export più performanti per i prodotti certificati rispetto a quelli convenzionali. Pensiamo che la crescita interna di questo tipo di consumi possa tamponare il processo inflattivo. In questo senso, per spingere i consumi, occorre lavorare sulla fiducia del consumatore e quindi sulla tracciabilità. Su questo punto abbiamo in corso un progetto in collaborazione con ISMEA, finalizzato proprio alla digitalizzazione delle operazioni di filiera, dal campo alla tavola”.