Vino sostenibile, approvato il disciplinare. Ma tra i pesticidi ammessi c’è pure il glifosato

In tempi in cui la parola sostenibile associata a un prodotto agroalimentare corrisponde a una medaglia di cui andare fieri, l’Italia punta a una nuova medaglia per il vino italiano: È stato infatti approvato il disciplinare di certificazione nazionale della sostenibilità della filiera vitivinicola. “Il decreto – spiega il ministero delle Politiche agricole – particolarmente atteso da tutti gli operatori del settore, mette a sistema le buone pratiche e le esperienze condotte in materia di sostenibilità nel settore vitivinicolo, attraverso i vari schemi di certificazione della qualità sostenibile operanti a livello nazionale”.

Secondo Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura e primo firmatario dell’emendamento che ha istituito il sistema unitario di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola, “Con l’approvazione del disciplinare di certificazione nazionale della sostenibilità della filiera vitivinicola da parte del Ministero delle Politiche Agricole, l’Italia è il primo Paese a dotarsi di un sistema all’avanguardia e al passo con i tempi. Attraverso un logo distintivo, i vini italiani potranno certificare e comunicare di essere realizzati seguendo specifiche regole di produzione che diano importanza e attenzione ai relativi impatti ambientali”.

La fase transitoria di un anno

Per l’annualità 2022, la certificazione della sostenibilità vitivinicola verrà avviata utilizzando le procedure e gli standard previsti dal Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (Sqnpi), in attesa del completamento del processo di integrazione dei diversi sistemi, da portare a termine nell’annualità 2023.

Anche il glifosato ammesso nel vigneto sostenibile

Al di là dei proclami trionfalistici di chi ha proposto e approvato il disciplinare, ci siamo chiesti se in sostanza quando deciso costituisse davvero un cambiamento radicale a favore dell’ambiente e del consumatore. Per questo abbiamo chiesto un parere a Roberto Pinton, esperto di agricoltura biologica.  “A ben vedere, la novità è che chi seguiva i disciplinari per la difesa integrata, cioè praticamente tutti i viticoltori italiani, dato che chi vuole i contributi della Pac deve adottare almeno tecniche integrate, adesso potrà esibire il marchio di sostenibilità: come al solito, todos caballeros (con questa espressione si intende comunemente una decisione che premia tutti al di là dei reali meriti, ndr)”.

Pinton spiega: “Gli standard per la produzione integrata, infatti, consentono il diserbo con glifosate (Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata), anche se nessuno ha mai spiegato qual è l’utilità di diserbare un vigneto, tant’è che le aziende che producono vini di qualità lo lasciano inerbito e sono convinte ciò contribuisca alla qualità”.

Tra i fitofarmaci ammessi, diversi “insostenibili”

Il problema non è solo il glifosato, ma anche altri fitofarmaci ammessi, che riportiamo qui sotto.
FOLPET (Può provocare una reazione allergica cutanea; nocivo se inalato; sospettato di provocare il cancro, molto tossico per gli organismi acquatici)
METIRAM (Può provocare una reazione allergica cutanea; può provocare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta; molto tossico per gli organismi acquatici, molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata),
DITIANON (Può provocare una reazione allergica della pelle; provoca gravi lesioni oculari, sospettato di provocare il cancro, molto tossico per gli organismi acquatici, molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata),
FLUANIZAM (Sospetto di nuocere al feto, molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata)
DIMETOMORF (può provocare una reazione allergica cutanea; sospettato di nuocere al feto),
IPROVALICARB (sospettato di provocare il cancro; molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata),
MANDIPROPAMID (Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata)
ZOXAMIDE (H400 Molto tossico per gli organismi acquatici; H410 Molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata)

 

Tutti contenti… tranne il consumatore?

“Oltre a questi ci sono altre dozzine di prodotti – spiega Pinton – Sono ammessi sicuramente nel 22, ma nel 2023 si può solo prevedere che saranno confermati. Si fa fatica a considerare molto sostenibile un prodotto per ottenere il quale si sono immesse nell’ambiente (aria, suolo, acque) sostanze molto tossiche per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, sospettate di nuocere al feto e di provocare il cancro. Vedremo l’anno prossimo cosa esce dall’integrazione con alti standard, per ora possiamo dire che sembra l’obiettivo era dare un marchio a tutti, così tutti sono contenti. A parte il consumatore, cui non si spiega che sostanze si sono usate”.