Il cibo, un rapporto distorto che causa malattie e ingiustizie

La prima cosa da rispettare è la dignità anche economica dei contadini; quindi è necessario investire il dovuto nel cibo di qualità e il tempo dedicato alla preparazione del cibo è altrettanto importante, perché i cibi pronti contengono inevitabilmente conservanti e tanto altro.  L’uomo è ciò che mangia. Si può essere d’accordo o meno con le tesi di Schopenauer, ma non c’è dubbio che quello che introduciamo diventa un po’ alla volta il nostro stesso corpo. Il cibo sia la tua medicina è l’altra fondamentale affermazione, che, fin dall’antichità, tutti i popoli conoscono e che Ippocrate ha fatto propria e tramandata. Ma oggi? Cerchiamo di introdurci nelle strette relazioni che sussistono tra ambiente, alimentazione, salute, agricoltura e benessere. La rivoluzione alimentare, iniziata nella nostra società con gli anni ’60, che ha portato sulle tavole abbondanti razioni quotidiane di zuccheri raffinati e di carne di svariati animali, con conseguente netta diminuzione del contenuto in fibre, non è certo stata salutare, ma sono altri gli aspetti che qui vale la pena focalizzare. 1) Il rapporto tra abbondanza ed obesità per noi occidentali, a fronte di fame, carestie e migrazioni per altri popoli. 2) Il rapporto tra agricoltura da monocultura e degrado dell’ambiente, oltre che della cultura dei contadini, della loro capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, della loro resilienza, tanto che qualcuno definisce il modo attuale di coltivare la terra “agriusura”. 3) Il rapporto tra le “libere scelte alimentari”, gli interessi delle multinazionali del cibo, la pubblicità e le malattie. 4) La contaminazione delle catene alimentari e delle matrici ambientali, talché quasi ogni sostanza emessa in ambiente ritorna attraverso il cibo.

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