Dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore la riforma della Politica agricola comune 2021-2027. Dopo l’accordo raggiunto nel recente trilogo di fine giugno fra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue sono state introdotte parecchie novità. Sarà una Pac più verde, come ha ricordato lo scorso 30 giugno al webinar organizzato da Fieragricola di Veronafiere e Food Trend Foundation l’on. Paolo De Castro, capogruppo S&D in commissione Agricoltura al Parlamento europeo, e allo stesso tempo sarà una Pac attenta ai diritti dei lavoratori, con l’introduzione del cosiddetto “Terzo pilastro” sulla condizionalità sociale: i fondi comunitari, cioè, non saranno assegnati se non verranno rispettati i diritti dei lavoratori.
La futura Pac rappresenta il 31,95% del budget totale dell’Ue per il periodo 2021-2027, con una dotazione di 386,6 miliardi di euro a supporto dei quasi 7 milioni di aziende agricole europee.
La riforma della Pac – che sarà oggetto di una revisione di medio termine nel 2025 – presenta interessanti novità anche per il settore vitivinicolo. Elenchiamo le principali, prendendo come riferimento il dossier pubblicato come orientamento proprio dall’on. De Castro, al cui sito www.paolodecastro.it rimandiamo per uno sguardo più completo su tutte le misure della nuova Pac 2021-2027.
Al vino europeo 1,1 miliardi annui. L’assistenza finanziaria dall’Unione europea al settore vitivinicolo ammonterà a circa 1,1 miliardi di euro annui. L’Italia sarà la prima beneficiaria con 323,88 milioni, seguita da Francia e Spagna.
Attenzione alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici. Gli Stati membri dovranno assicurare che il 5% (come minimo) dei fondi siano indirizzati ad almeno un intervento volto a raggiungere gli obiettivi in materia di tutela dell’ambiente, adattamento ai cambiamenti climatici, miglioramento della sostenibilità dei sistemi e dei processi produttivi, riduzione dell’impatto ambientale del settore vitivinicolo dell’Unione, risparmio ed efficientamento energetico.
Promozione sui mercati terzi. Le attività promozionali nei paesi terzi potranno essere supportate fino all’80% e dovranno essere volte a migliorare la competitività del settore vitivinicolo, e l’apertura, diversificazione e consolidamento degli sbocchi di mercato. Le attività volte al consolidamento degli sbocchi di mercato saranno limitate a una durata massima di 3 anni e riguarderanno solo le indicazioni geografiche dell’Unione.
Maggiore competitività e trasparenza verso i consumatori. Vengono inserite diverse modifiche normative volte a rendere il settore vitivinicolo più competitivo e trasparente verso i consumatori.
Autorizzazioni all’impianto fino al 2045. Il sistema di autorizzazioni all’impianto per le viti viene esteso fino 2045, rispetto all’attuale scadenza prevista per il 2030, con l’obbligo per la Commissione di redigere due valutazioni sul funzionamento, una nel 2028 e la seconda nel 2040.
La durata dell’intervallo massimo, previsto per il reimpianto di viti, passa dagli attuali 3 a 6 anni.
In merito alla riconversione dei diritti di impianto in portafoglio, dal 1° gennaio 2023 resterà a disposizione degli Stati membri una superficie equivalente a quella coperta dai diritti di impianto validi fino al 31 dicembre 2022 e non convertiti in autorizzazioni; gli Stati membri potranno riallocare tali superfici entro il 31 dicembre 2025. Questa possibilità andrà a sommarsi alla consueta assegnazione annuale dell’1% in più del potenziale viticolo.
Rimangono escluse le varietà di vite oggi non ammesse per la produzione di vino (Noah, Othello, Isabelle, Jacquez, Clinton and Herbemont), nonché le varietà provenienti da Vitis lambrusca, al fine di tutelare la qualità delle nostre produzioni. Sarà invece possibile utilizzare varietà di vite ibride per la produzione di tutti i vini a indicazione geografica.
Con riferimento all’identificazione e riconoscimento di una Dop, viene ripristinato e definito il criterio relativo all’importanza del fattore umano.
Le organizzazioni interprofessionali. Le organizzazioni interprofessionali (OI) potranno essere riconosciute dagli Stati membri non solo a livello nazionale, ma anche regionale o di zona economica, meglio adattandosi alle necessità dei consorzi di tutela che vogliono ottenere tale riconoscimento.
De-alcolazione sì, no all’aggiunta di acqua. Al fine di aiutare i produttori ad entrare in nuovi mercati e di regolamentare i vini a basso tenore alcolico includendoli tra i prodotti vitivinicoli, viene autorizzata la de-alcolazione totale (titolo alcolometrico inferiore a 0,5%) per i vini da tavola. Al contrario, i vini Dop e Igp potranno essere de-alcolati solo parzialmente (titolo alcolometrico superiore a 0,5%). Viene poi chiarito come dovrà essere indicato chiaramente in etichetta che si tratti di vini de-alcolati e, soprattutto, non vengono concesse pratiche che prevedano l’aggiunta di acqua e altri elementi non ricavati direttamente dal processo di de-alcolazione.
Etichettatura nutrizionale. Con l’obiettivo di una sempre maggiore trasparenza nei confronti del consumatore, vengono rafforzate le norme in materia di etichettatura nutrizionale e di indicazione degli ingredienti per tutti i vini (compresi quelli parzialmente e totalmente dealcolati).
La dichiarazione nutrizionale potrà essere limitata all’indicazione del valore energetico in etichetta, espresso utilizzando il simbolo ‘E’ per l’energia. La dichiarazione completa - che includa valore energetico, quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale - potrà invece essere dematerializzata, a condizione che sull’etichetta siano presenti mezzi elettronici (QR code). Allo stesso modo, l’elenco degli ingredienti può essere fornito con mezzi elettronici identificati sull’etichetta o sulla confezione.
Altre opportunità per le OI. Le organizzazioni interprofessionali (OI) che riuniscano agricoltori, trasformatori e distributori di prodotti vitivinicoli ad indicazione geografica, potranno adottare accordi sulla condivisione del valore, ripartendo costi e profitti senza essere assoggettati alle norme Ue in materia di concorrenza. Tali accordi non dovranno tuttavia avere l’obiettivo di fissare prezzi per il consumatore finale, eliminare la concorrenza o portare a squilibri nella filiera produttiva.
tratto da: https://www.vinitaly.com/it/archivio-news/world-wine-news/riforma-politica-agricola/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=nl