CONTAMINANTI NELLA CATENA ALIMENTARE VENETA

 I risultati del monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nella catena alimentare veneta confermano il sospetto dei medici dell'ISDE di qualche tempo fa: anche gli alimenti di consumo quotidiano, oltre all'acqua potabile, sono contaminati.
I risultati del monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nella catena alimentare veneta confermano il sospetto dei medici dell'ISDE di qualche tempo fa: anche gli alimenti di consumo quotidiano, oltre all'acqua potabile, sono contaminati. Il 10% circa di campioni di pesci e insalata prelevati nell'ambito del monitoraggio dei PFAS nella catena alimentare veneta, come riportato dagli organi di stampa, ma non nel comunicato dell'Assessore alla Sanità della Regione Veneto, risulterebbero pesantemente contaminate da PFAS. Soprattutto da PFOS (acido perfluoroottansulfonico), bandito dal commercio nei primi anni 2002 a causa della sua pericolosità. La sua persistenza a distanza di tanto tempo significa che ormai le falde, i suoli e la catena alimentare sono state contaminate in modo forse irreversibile. Come diceva Lorenzo Tomatis, uno dei padri nobili dell'ISDE e direttore dello IARC di Lione, l'agenzia dell'OMS che si occupa, tra l'altro, di definire la cancerogenicità delle sostanze chimiche "le generazioni future non ci perdoneranno il danno che gli stiamo facendo"..............

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