Inchiesta: Il mercato nero dei pesticidi

Secondo quanto si evince dal sito dell'ADAS*, si stima che fino al 25% di tutti i pesticidi commercializzati a livello globale è contraffatto o illegale e che il commercio connesso risulta essere tra i primi dieci più redditizi per le imprese della criminalità organizzata.Si tratta di prodotti chimici non testati e non soggetti alla regolamentazione vigente commercializzati dai criminali in tutto il mondo, di solito per motivi finanziari, che possono comportare notevoli rischi per la salute degli agricoltori, direttamente coinvolti nella manipolazione di queste sostanze con possibilità di avvelenamento e dei consumatori, attraverso l'ingestione di alimenti contaminati; perdite economiche, in termini di ridotta resa agricola,di interruzione della fornitura e di danni all'immagine; danni ambientali, a causa degli effetti tossici sulla flora e sulla fauna e della contaminazione del suolo.
L'elevato margine di profitto, combinato unitamente alla mancanza di armonizzazione nella legislazione, rendono i pesticidi contraffatti e illegali un'area in rapida crescita della criminalità organizzata che sta adottando strategie sempre più complesse come il riconfezionamento e la sostituzione per potenziarne la redditività. Tuttavia, nonostante i pericoli connessi e la crescente natura del problema, la consapevolezza dell'industria alimentare è relativamente bassa.
I pesticidi contraffatti sono generalmente prodotti nei paesi asiatici e spediti in tutto il mondo.Risale proprio a un mese fa la notizia del sequestro a La Spezia di fertilizzanti provenienti dalla Cina e dall'India destinati all'agricoltura biologica e su cui l'AIAB si è pronunciata con un comunicato stampa.

In India, ad esempio, milioni di contadini ignari stanno spruzzando pesticidi contraffatti sui loro campi, contaminando il suolo, riducendo i raccolti e mettendo a repentaglio sia la sicurezza alimentare che la salute umana in una nazione di circa 1,25 miliardi di persone. Inoltre, se non vengono effettuati controlli adeguati, una parte dei 26 miliardi di esportazioni annuali agricole potrebbe essere colpita.
La mole di pesticidi falsi, preparati clandestinamente e commercializzati spesso con nomi che ricordano l'originale, rappresenta fino al 30 per cento del mercato indiano dei pesticidi dal valore complessivo di circa 4 miliardi. Questo traffico sta guadagnando progressivamente sempre più ricche quote di mercato in quello che è il quarto stato produttore al mondo di pesticidi al mondo e il sesto maggiore esportatore.
I rivenditori influenti spacciano nelle piccole città  questi prodotti falsi ad alto margine agli agricoltori che ci cascano facilmente: "Siamo contadini analfabeti, noi ci affidiamo alla consulenza del fornitore e ciò che vogliamo è un prodotto da spruzzare sulle nostre coltivazioni" ha detto Harbans Singh, un contadino della regione Bathinda del Punjab. "Quando le colture avvizziscono e ti accorgi che il tuo denaro è speso per pesticidi che non funzionano, la perdita è doppia."
Ma S.N. Sushil che dirige il laboratorio indiano d'eccellenza di India che fa i test sui pesticidi a Faridabad, vicino a Delhi, ha detto che gli agricoltori vanno nel panico alla prima vista di un attacco dei parassiti. Di conseguenza, questi reagiscono massificando l'uso di sostanze chimiche. Questo porta a una riduzione della loro efficacia e a un aumento dei costi di produzione.
I funzionari indiani hanno testato quasi 50.000 campioni di pesticidi lo scorso anno, trovando che circa il 3% era stato "non etichettato o etichettato male", ha detto Sushil. Nonostante il governo stia aumentando le ispezioni e cercando di aumentare le sanzioni, comprese le pene detentive fino a 10 anni, ad agevolare la diffusione di questo traffico concorrono leggi permissive, che puniscono attraverso la revoca delle licenze o impongono pene detentive troppo brevi ai trasgressori e la carenza di personale con il ruolo di monitorare e, evnetualmente, sequestrate i prodotti artefatti. 
I pesticidi tossici che sono vietati all'estero continuano, perciò, nel frattempo, a essere venduti liberamente in India. Ad esempio, in India è consentito ancora l'uso dell'insetticida monocrotofo, un pesticida che ha la colpa di aver causato la morte di 23 bambini in Bihar nel 2013 dopo l'ingestione di un pranzo contaminato. Questa tragedia ha spinto la FAO delle Nazioni Unite a suggerire ai paesi in via di sviluppo di eliminare gradualmente tali sostanze chimiche. "L'uso massiccio di pesticidi è da sempre stato un motivo di preoccupazione", ha detto Shyam Khadka, rappresentante della FAO in India. "Ora,  la diffusione e l'utilizzo di prodotti falsi rappresenta un motivo ancora più grande di preoccupazione". L'industria dei pesticidi contraffati in India si sta espandendo del 20% all'anno, mentre il mercato globale sta crescendo del 12%. "Sappiamo che il traffico si sta espandendo" ha detto P.K. Chakrabarty, un assistente del direttore generale del Consiglio Indiano di Ricerca Agricola. "Ma è solo quando il sospetto cresce che la gente va a controllare.


Nell'Unione europea, che sta importando volumi crescenti di queste sostanze provenienti dalle regioni asiatiche, quello del commercio criminale costituisce un problema enorme. Purtroppo, nonostante i rischi per i consumatori, non c'è menzione o ce ne è poca di pesticidi illegali e contraffatti tra gli standard volontari sanciti, per esempio, dal BRC Global Standard per la Sicurezza Alimentare. Tenendo conto di questo problema esistente nella gestione del rischio della catena di fornitura, è ovvio che esserne informati, aiuterebbe a ridurre le probabilità delle conseguenze esposte sopra.

Un recente rapporto dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa suggerisce ai governi una modalità di intervento a livello nazionale per riuscire a reprimere questo commercio. In parallelo, gli operatori del settore alimentare hanno bisogno di acquisire più consapevolezza del problema valutando il livello di vulnerabilità delle catene di approvvigionamento delle materie prime. Questo dovrebbe implicare ulteriori controlli da mettere in atto nelle zone ad alto rischio e nelle aziente fornitori. 

 

* un ente indipendente che fornisce consulenza agro-ambientale nel Regno Unito insieme ad una serie di servizi atti a promuovere lo sviluppo rurale e ad elaborare soluzioni pratiche che aiutino ad identificare e a gestire i rischi nelle catene di approvvigionamento agricolo

[Fonte foto:Flickr-Creative Commons License]


tratto da:
http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3288:il-mercato-nero-dei-pesticidi&catid=253:biogricolturanotizie4dicembre2015&Itemid=163