Pesticidi vicino alle case: regole più rigide La Provincia: distanze minime di 30 metri


Trentino, norme per i luoghi sensibili, con strumenti antideriva la distanza scende a 5-10 metri



La giunta provinciale ha adottato ieri misure più restrittive sull’uso di pesticidi in agricoltura ricomprendendo oltre a quelli già previsti nelle normative nazionale anche gli edifici privati e le relative pertinenze tra i «luoghi sensibili» per i quali si richiedono precise distanze di sicurezza e limiti di orari negli usi dei fitofarmaci.
Nel Pan, il Piano d’azione nazionale in materia di uso sostenibile dei fitosanitari, sono indicati come luoghi sensibili i parchi e giardini pubblici (anche parchi gioco per bambini, campi sportivi, aree ricreative, scuole per l’infanzia, istituti scolastici, strutture sanitarie, strutture residenziali sociosanitarie o assistenziali, edifici privati e relative pertinenze.
La Provincia ha aggiunto le abitazioni private dopo anni di battaglie ambientaliste e di comitati spontanei soprattutto in val di Non, dove la coltivazione delle mele è diventata molto intensiva e così l’uso di fitofarmaci.
Ieri in conferenza stampa, però, l’assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola, ha voluto evidenziare che: «Il sistema frutticolo trentino, nelle sue varie componenti, è fortemente impegnato per garantire un’agricoltura attenta alla salute e alla qualità della vita. Con le norme adottate introduciamo una serie di regole che rispetto a quanto stabilito a livello nazionale prevedono un ulteriore supplemento di responsabilità, da parte di tutti, nei confronti della popolazione e del territorio». Gli obiettivi delle misure sono quelli di prevenire i danni alla salute umana e animale, mitigare i rischi di inquinamento e tutelare una serie di aree specifiche e di luoghi sensibili del territorio. Un’altra importante differenza rispetto al piano nazionale, prevista dalle misure introdotte ieri dalla giunta provinciale, riguarda il fatto che le limitazioni di distanza e di orario riguarderanno tutti i prodotti fitosanitari, a prescindere dal loro grado di tossicità.
Anche per questi prodotti le distanze minime consentite dalle aree specifiche (parchi e giardini pubblici, aree ricreative, scuole, asili nido, superfici in prossimità di strutture sanitarie, socioassistenziali o residenze sociassistenziali) senza strumentazioni antideriva è di 30 metri mentre con strumentazioni antideriva è di 5 metri (sono 10 metri per i prodotti considerati più tossici), nel caso dell’uso di ulteriori limitazioni è vietato effettuare trattamenti a distanze inferiori ai 10 metri per le sostanze più tossiche e a meno di 5 metri per le altre.
Come misure per il contenimento della deriva vengono indicate: barriera naturale, barriera artificiale, atomizzatore a tunnel, lancia per trattamenti manuali, sistemi di regolazione del flusso d’aria, ugelli antideriva e altri ancora.
Per gli edifici privati, cimiteri, strade aperte al pubblico transito, esclusa la viabilità pubblica a servizio delle aree agricole, la distanza è sempre di 30 metri per le distanze minime consentite per i trattamenti senza antideriva e 5 metri con antideriva.
Le nuove misure adottate dalla giunta provinciale erano state presentate al Consiglio delle autonomie.
A distanze inferiori ai 30 metri da scuole, asili nido, scuole per l’infanzia, parchi giochi per bambini, nonché dalle piste ciclabili e pedonali, si possono effettuare trattamenti solo dalle ore 21 alle 7 del mattino.
I limiti di orari e di distanza non si applicano se le serre e i tunnel sono chiusi su almeno tre lati al momento dell’esecuzione del trattamento e la parte che volge verso le aree tutelate deve essere chiusa.

tratto da:
http://www.ladige.it/popular/ambiente/2017/02/11/pesticidi-spruzzati-vicino-case-regole-pi-rigide-provincia-prevede