Vacchiano - scelto insieme a un’altra scienziata italiana, Silvia Marchesan dell'Università di Trieste - è ricercatore presso la Statale dove si occupa di assestamento forestale e selvicoltura. Al centro della sua attività ci sono in particolare la gestione forestale (per la quale ha aperto la strada all’uso dei modelli matematici), servizi ecosistemici, le capacità di resistenza e resilienza delle foreste ai cambiamenti climatici, lo studio delle conseguenze degli incendi boschivi e altri disturbi naturali sulle foreste temperate europee.
Vacchiano ha trascorso 15 mesi lavorando sulla ‘modellazione’ forestale (utilizzazione di modelli matematici nella gestione delle foreste) per la Commissione Europea prima di approdare, nel febbraio 2018, all’Università Statale. La sua tesi di dottorato collegava l’elevata mortalità di una specie di albero resistente, alla siccità nelle Alpi sud-occidentali. Questa scoperta ha gettato le basi per un paper, pubblicato nel 2013, in cui c’è una forte evidenza degli effetti dei cambiamenti climatici. Un documento in collaborazione con Nature Climate Change nel 2017 ha poi esaminato oltre 600 studi e trovato prove schiaccianti del ruolo dei cambiamenti climatici nella crescente frequenza ed entità degli incendi, della siccità e dei parassiti.
Silvia Marchesan dell’Università di Trieste si occupa di chimica organica. Ha sviluppato un idrogel, poco costoso ed efficace, di proteine che si auto-assemblano, utile per riparare i tessuti del corpo e rilasciare farmaci. L’idrogel è un colloide formato da catene polimeriche di molecole disperse in acqua, il cui contenuto di acqua può superare il 99%. Ha già trovato applicazioni nelle lenti a contatto morbide e in alcuni trattamenti delle lesioni cutanee.