“Triticale”, il cereale nato dall’unione tra il frumento e la segale

 La storia della civiltà e dell’uomo si intreccia con quella dei cereali. Questi ultimi sono stati modificati, come nel caso del “triticale”, per avere maggiore efficienza. Infatti, l’umanità ha tratto grandi benefici dalle piante coltivabili, partendo dal grano antico e domesticandolo fino a quello attuale. Tuttavia, la varietà originaria può rivelarsi ancora utile.

Antiche pratiche di coltivazione

Alcune antiche pratiche di coltivazione del grano stanno tornando a far parte della nostra vita quotidiana. Infatti, sono state rivalutate le colture miste di segale frumento, le quali si proteggono reciprocamente da alcune infezioni di funghi. Dalla loro farina si può ottenere un particolare tipo di pane.

Gli esperimenti di botanica applicati nel campo dell’agricoltura non sono solo una pratica attuale. Infatti, già nell’antichità sono state incrociate o selezionate quelle specie che rispondevano ai canoni di cui aveva bisogno l’uomo per la sua sopravvivenza. Già nel 1875 il botanico scozzese Steven Wilson studiò il fenomeno e riuscì ad incrociare le due specie. L’ibrido ottenuto non era abbastanza fertile, ma la ricerca su questo tema proseguì fino alla creazione del “triticale”.

Nasce il “triticale”

Solitamente, in campo scientifico e naturalistico i nomi dati a piante ed animali rispecchiano alcune loro caratteristiche. Questo vale anche per il “triticale”. Infatti, il termine è composito e deriva dalle prime lettere del nome in latino del genere di frumento, chiamato “triticum”, e dalle ultime del genere della segale, cioè “secale”.

Ma la storia del “triticale” non finisce qua. Infatti, dovettero passare ancora altri anni prima che questa “bizzarria” botanica potesse essere considerata a tutti gli effetti un cereale ad alto rendimento.

Le caratteristiche

La nuova varietà di “triticale” unisce alcune caratteristiche ritenute dall’uomo funzionali che sono state tratte dalle due specie vegetali da cui deriva. Nello specifico, ha mantenuto dal grano l’autofecondazione, mentre dalla segale l’impollinazione incrociata parziale.

A questi, si aggiungono le large foglie piene di stomi. Inoltre, ha un elevato numero di chicchi (“cariossidi”) nelle numerose spighe e si adatta con maggior facilità in diversi ambienti, anche quelli meno favorevoli.

Utilizzo

Il “triticale” deriva da due cereali che rientrano nella dieta dell’uomo. Nonostante questo elemento, il “triticale” è utilizzato principalmente per l’alimentazione degli animali domestici, mentre in alcune aree del mondo è impiegato per la produzione di biogas.

L’uomo non ha ancora finito di ricercare il cereale perfetto. Negli anni Settanta è stato prodotto il “tritordeum”. Quest’ultimo è nato dall’unione del grano duro e dell’orzo cileno ed è stato immesso nel mercato solo a partire dal 2013. Questa pianta resiste meglio alla siccità, alle alte temperature e alle malattie.