A Verona da qualche tempo è in corso una singolar tenzone tra il comune e la sua Amia da una parte ed il comitato veronese stop glifosate, con spese (sanitarie) a carico degli inermi cittadini.
Le irrorazioni sono state sempre puntuali, davanti a scuole in giorni di apertura delle stesse e piazze nei giorni di mercato, sempre regolarmente segnalate con appositi premurosi cartelli che invitano la popolazione a stare alla larga per 48 ore. I cani, che probabilmente non leggono, sono stat visti evitare spontaneamente le aiuole.
Così come grande regna la confusione a livello di Unione Europea sulla opportunità di usare questo famigerato diserbante, un giorno condanato ed un giorno riabilitato, altrettanto immensa è la confusione al comune di Verona.
Un mesetto fa il consiglio comunale all'unanimità approva una mozione mentre pochi giorni fa la giunta comunale (che sia stata completamente assente dal consiglio precedente?) approva una delibera in cui dichiara che, non essendoci specifici divieti, userà il glifosate quando e come lo riterrà opportuno (opportuno dal punto di vista del risparmio dell'azienda, non altri più nobili intenti).
Dal 1992 si parla di principio di precauzione ma in alto loco non ne è giunta evidentemente ancora notizia.
L'ultima puntata è stata ieri. Anche sul glorioso ponte di Castelvecchio compare la famosa fatidica scritta: trattamento con glifosate, state lontani per 24 ore.
Cosa penseranno i turisti stranieri ? e quelli che non capiscono l'italiano ? La scritta è a metà del ponte, quando ci sei arrivato è già tardi. Tutte le segnalazioni precedenti allertavano per 48 ore, stavolta solo 24, la sostanza è la stessa, perchè questo sconto ? Purtroppo non dice che il metabolita in cui il glifosate si trasforma (che si chiama AMPA) è persistente e conserva le stesse prerogative di tossicità del prodotto iniziale. No dice nemmeno che questa è il pesticida più presente nelle acque italiane (dove si ricerca, non a Verona o nel Veneto, dove, semplicemente non si cerca).
E così questi del comune di Verona e di moltissimi altri comunisi sommano ai 100 mila litri annui (nella sola provincia di Verona) con cui gli agricoltori coltivano amorevolmente le loro terre. Tanto nessuno li cerca e li misura.
Non si può andare avanti così. Le amministrazioni devono essere di esempio (ma positivo) ai cittadini ed i sindaci, secondo l'articolo 32 della Costituzione, sono i responsabili della salute. Buoni esempi sono stati quei tre sindaci a cui è andato il recente riconoscimento del premio "Lombrico d'oro".
Le irrorazioni sono state sempre puntuali, davanti a scuole in giorni di apertura delle stesse e piazze nei giorni di mercato, sempre regolarmente segnalate con appositi premurosi cartelli che invitano la popolazione a stare alla larga per 48 ore. I cani, che probabilmente non leggono, sono stat visti evitare spontaneamente le aiuole.
Così come grande regna la confusione a livello di Unione Europea sulla opportunità di usare questo famigerato diserbante, un giorno condanato ed un giorno riabilitato, altrettanto immensa è la confusione al comune di Verona.
Un mesetto fa il consiglio comunale all'unanimità approva una mozione mentre pochi giorni fa la giunta comunale (che sia stata completamente assente dal consiglio precedente?) approva una delibera in cui dichiara che, non essendoci specifici divieti, userà il glifosate quando e come lo riterrà opportuno (opportuno dal punto di vista del risparmio dell'azienda, non altri più nobili intenti).
Dal 1992 si parla di principio di precauzione ma in alto loco non ne è giunta evidentemente ancora notizia.
L'ultima puntata è stata ieri. Anche sul glorioso ponte di Castelvecchio compare la famosa fatidica scritta: trattamento con glifosate, state lontani per 24 ore.
Cosa penseranno i turisti stranieri ? e quelli che non capiscono l'italiano ? La scritta è a metà del ponte, quando ci sei arrivato è già tardi. Tutte le segnalazioni precedenti allertavano per 48 ore, stavolta solo 24, la sostanza è la stessa, perchè questo sconto ? Purtroppo non dice che il metabolita in cui il glifosate si trasforma (che si chiama AMPA) è persistente e conserva le stesse prerogative di tossicità del prodotto iniziale. No dice nemmeno che questa è il pesticida più presente nelle acque italiane (dove si ricerca, non a Verona o nel Veneto, dove, semplicemente non si cerca).
E così questi del comune di Verona e di moltissimi altri comunisi sommano ai 100 mila litri annui (nella sola provincia di Verona) con cui gli agricoltori coltivano amorevolmente le loro terre. Tanto nessuno li cerca e li misura.
Non si può andare avanti così. Le amministrazioni devono essere di esempio (ma positivo) ai cittadini ed i sindaci, secondo l'articolo 32 della Costituzione, sono i responsabili della salute. Buoni esempi sono stati quei tre sindaci a cui è andato il recente riconoscimento del premio "Lombrico d'oro".
Giovanni Beghini
20 Maggio 2016