Meno vegani, più vegetariani. E riecco i ‘paleolitici’

Dopo anni di crescita, sia pure per piccole percentuali di popolazione, il fenomeno vegano ha subito uno stop. Anzi, il numero di coloro che escludono totalmente le proteine di origine animale dall’alimentazione quotidiana (quindi anche latte e formaggi), si è ridotto sensibilmente. Lo rivela il rapporto Eurispes 2018, che quantifica sotto l’1 per cento (lo 0,9 per la precisione) la quota di italiani che praticano la dieta vegana. Il dato curioso, è che nel contempo sono aumentati i vegetariani, saliti al 6,2 per cento. La spiegazione è dovuta a un riequilibrio all’interno della categoria: i vegetariani che erano scesi al 4,6 per cento a vantaggio dei vegani, giunti due anni fa al 3 per cento, hanno recuperato posizioni.
Secondo Eurispes, l’oscillazione segnala il carattere spesso transitorio di alcune scelte alimentari e l’alternanza tra periodi di vegetarianismo e veganesimo, con persone che passano periodicamente da un regime all’altro. C’è anche chi all’interno di questa fascia di consumatori si sposta verso una dieta ancora più restrittiva: un terzo degli intervistati sceglie un regime crudista, il 23% fruttariano, mentre poco meno del 13% dichiara di adottare una dieta di tipo ‘paleolitico’, senza carne e pesce.
Alcune persone invece, dopo aver abbracciato per un po’ di tempo lo stile di vita veg, tornano a una dieta di tipo onnivoro. Alla base di questo ritorno, come ha rivelato il libro No Vegan, che ha preso in esame per anni questo modello di alimentazione, sono spesso i disturbi alla salute, quando non malattie vere e proprie, in cui si rischia di incorrere abolendo del tutto le proteine animali. Ma il modello di alimentazione vegan viene scelto proprio per ragioni salutistiche (38,5%), mentre uno su cinque lo sceglie per il benessere degli animali, in particolare donne e giovani. Solo una piccola percentuale (meno del 4%) aderisce a questi modelli per ragioni di carattere ambientale.
L’Eurispes analizza anche le opinioni della popolazione su vegani e vegetariani. Il Paese è spaccato a metà. Il 50,6 per cento ritiene questi stili di vita rispettabili o ammirevoli; il 49,4 per cento giudica le diete veg meno positivamente o, addirittura, estreme e radicali.
Per quanto riguarda il modello onnivoro, che resta di gran lunga il più diffuso in Italia, si conferma una percentuale di oltre il 75 per cento di coloro che amano portare in tavola i buoni prodotti del Made in Italy. Quindi trionfo delle carni nazionali, del pesce pescato dei nostri mari, di salumi e formaggi, insieme alla pasta che mantiene il titolo di piatto tricolore per eccellenza.
(fonte: terraoggi) 

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