Spruzzano pesticidi contro la legge, ma le foto li inchiodano. Condannati dal giudice

REFRONTOLO - E’ stata depositata ieri la sentenza con cui il Tribunale di Treviso ha definito la questione contenziosa pendente tra il Comune di Refrontolo, difeso dall’avvocato Rossella Tramet, e una cittadina che aveva opposto l’ordinanza ingiunzione emessa dalla polizia locale per violazione di una disposizione regolamentare di polizia rurale.
 Il tribunale ha dato ragione al Comune condannando i privati anche al pagamento delle spese di lite. I fatti: nel lontano 2013 un cittadino si rivolgeva alla polizia municipale, lamentando il trattamento di fitofarmaci del vigneto davanti a casa con atomizzatore dalla strada, in prossimità dell’abitazione. Interveniva l’agente di polizia, ma giungeva quando il trattamento del filare fronte strada era già terminato.
 Oltre ad accertare che il vicino stesse utilizzando un trattore ed avesse fatto uso di sostanze trattanti contenute all’interno della sua proprietà, l’agente acquisiva la testimonianza del vicino segnalante che aveva scattato numerose foto del trattamento, ed effettuato dei video. Riteneva attendibile la testimonianza, e verificava di seguito l’autenticità del materiale probatorio.
Sulla base della complessità degli elementi riscontrati personalmente ed acquisiti dal vicino accertava quindi la violazione della norma regolamentare, che vieta il trattamento di fitofarmaci dalla strada. La proprietaria del terreno, in luogo di pagare una limitata sanzione, ricorreva contro la multa prima al Giudice di pace, e poi, persa la causa, anche al tribunale, chiedendo la revisione in appello della sentenza del giudice di pace.
 Ora il tribunale ha stabilito che la polizia locale può effettuare un accertamento avvalendosi anche delle fotografie scattate dai vicini di casa, se assume informazioni dagli stessi con sopralluogo che evidenzi la fondatezza del materiale probatorio. Se ne potrebbe dedurre che se alle lamentele dei cittadini che ritenessero violate alcune regole sui trattamenti seguissero puntuali denunce, con la collaborazione della polizia municipale forse si potrebbero ridurre gli abusi.

tratto da:
www.oggitreviso.it/node/175366