IN FRIULI SRADICATE LE COLTURE OGM. DRAMMATICA INTERVISTA AGLI AGRICOLTORI

Tra gli agricoltori OGM, pochi oggi, a differenza dello scorso 9 luglio,  allo sbuffare della trinciatrice che avanzava rasando il campo a strisce, alcuni si sono trincerati in una rabbia muta, altri hanno sbottato contro Franco, che tentava una sorta di “riconciliazione”, e altri infine, pur provati dall'evento, che ha visto sbriciolarsi le loro “speranze”, si sono avvicinati a noi chiedendoci "e adesso cosa faremo?". Ho provato un senso di compassione e malinconia verso questa gente ridotta allo stremo da anni di non-politiche  agricole, che hanno smembrato la cultura contadina  anteponendo troppo spesso accordi a tutto  vantaggio di pochi, a quello delle ns. comunità e delle generazioni future.

Alle quali cosa lasceremo?
"Neanch'io sono contento di mettere diserbanti e pesticidi, mi ha risposto un contadino pro-ogm, mi piange il cuore perché fìn da quando non ho più il mio letame la terra è diventata sempre più dura e tra poco rischio di dover comprare un trattore ancora più grosso per arare più in profondità. Ma ci hanno costretto a chiudere le stalle! Ed ora siamo con le spalle al muro: o l'ibrido a cui dobbiamo dare un sacco di trattamenti chimici facendo morire tutti gli insetti e la terra o l'OGM che invece rispetta l'ambiente e voi ora ce l'avete tolto!"
Spiego che il pesticida è dentro all'OGM perché gli è stato inserito nel DNA inquinando la terra e compromettendo la ns. salute perchè quando si mangiano questi prodotti  questa tossina  altamente pericolosa ci fa ammalare seriamente.
Non sa allora più che rispondere e replica: alla fine dell'anno facendo i conti non guadagniamo niente, ha capito? Niente! Questo mais ci hanno detto che può arrivare a produrre fino a  280 q./ha!!!"
E' quindi solo davanti alla necessità  di un guadagno che avevano imboccato questa strada senza uscita, di cui non sanno  o non hanno voluto sapere o hanno sottovalutato i reali rischi che comporta, limitati da un'ottica miope, incapaci di valutarne le conseguenze a 360°.
E sono proprietari di ettari (che grande responsabilita!) che gestiscono da soli perché non c'è più  nessun figlio con loro a dargli una mano, ad es. per una coltivazione biologica e un diserbo, quando serve, manuale.
Non ci sono più le famiglie contadine. Il ritorno alla terra da parte di chi vuole vivere all'insegna dell'autosufficienza è il risultato di scelte individuali  o  di piccoli gruppi  di giovani (e meno giovani) "alternativi" spesso divisi in mille rigoli ideologici,   che ancora non è diventato sufficientemente organizzato e coeso per imporre una svolta decisiva nelle scelte dei ns. politici.
E questa gente messa alle strette da una politica ottusa, con i mutui da pagare e l'incubo di Equitalia  dietro l'angolo, è caduta  preda nelle sgrinfie delle sirene della chimica prima e ora  del transgenico. 
Ma adesso, distrutto il campo OGM, grazie alla pressione di lunghe lotte, esposti,  denunce e  appelli, provenienti dal ns. mondo associazionistico, consapevoli quindi di aver vinto solo una battaglia, alla fine della giornata, ci lasciamo condividendo   l'idea di incontrarci con tutte le associazioni del fronte NO  OGM  e riunire le ns. conoscenze ed esperienze x produrre  insieme un progetto di agricoltura alternativa seria da proporre ai ns. politici friulani, ma che volendo potrà  essere adottato, con le opportune differenze,  anche nelle altre regioni.
Rimbocchiamoci le maniche dunque perchè non è finita qua.
E chi ci sta si faccia vivo!"

Cristina Boccanegra,

 referente per il friuli del coordinamento zeroOGM