IN RICORDO DI CARLO ALBERTO RECCHIA, Presidente della Cantina Valpolicella Negrar

Non è stato molto il tempo che noi di Terra Viva abbiamo potuto condividere con il nostro sostenitore Carlo Alberto ma è stato  sufficiente per provare ora, alla notizia della sua mancanza, un sentimento di grande dolore, di nostalgia, di rimpianto per aver lasciato qualcosa di incompiuto.
E’ stato sufficiente per  aver conosciuto una persona dolce, lontana dalla prevaricazione, attenta a tutti, aperta soprattutto ai giovani, attenta ai concetti ed all’essenza delle persone, assolutamente non alla loro posizione sociale. Una persona capace di dirigere e contemporaneamente capace di non imporsi. Non sarà facile per i soci della cantina, e per tutti i nostri viticultori trovare un sostituto all’altezza. Ricordiamo con commozione come si era speso in un incontro pubblico unicamente  per difendere la bellezza del nostro territorio, per fermare la cementificazione con tutta la sua sincerità, con un discorso che veniva direttamente dal cuore, in cui con estrema educazione e senza offendere nessuno, dimostrava quanto naturale e nello stesso tempo importante fosse schierarsi da una precisa parte.
E lo ricordiamo con commozione e con orgoglio in una delle serate inaugurali del corso di viticultura biologica in cui, dopo aver rinnovato l’invito ai giovani ad amare il loro lavoro e la loro terra è stato così generoso da ringraziarci pubblicamente, tanto da far sentire importante il nostro lavoro, l’impegno e la sensibilità del rispetto alla terra. Sensibilità che anche lui coltivava e che, da persona sempre giovane quale era,  lo faceva pensare di essere disposto a mettersi in gioco e cambiare in prima persona verso la sostenibilità dell’agricoltura.
Riflettendoci, non ha lasciato qualcosa di incompiuto ma ha contribuito a seminare dei meravigliosi semi dentro di noi, che sarà nostra cura ed orgoglio far crescere
Ci mancherà molto e vogliamo in questo momento esprimere ai familiari la nostra vicinanza. Siamo convinti che ci abbia lasciato solo il suo corpo e lo pensiamo felice a coltivare con cura e rispetto i vigneti del cielo.